L’Europa definisce le regole certe per l’idrogeno sostenibile

16 Nov 2022

L’Europa definisce delle regole certe affinché si possa parlare di idrogeno sostenibile.

Infatti, come abbiamo spiegato nella news Verde, blu e grigio: i colori per la classificazione dell’idrogeno catalogare l’idrogeno in base ad una scala di colori è solamente una modalità colloquiale.
Un ”modo” che serve per identificare le tecnologie di produzione dell’idrogeno, ma che non rappresenta le regole europee.

Dal canto suo, la Commissione europea chiarisce le norme comunitarie applicabili all’idrogeno rinnovabile e introduce dei vincoli stringenti.

Nello specifico, identifica due tipologie di idrogeno sostenibile:

Al fine di fare una panoramica generale della situazione, possiamo affermare che il cambiamento climatico, legato ai gas serra, colpisce il nostro pianeta sotto forma di condizioni climatiche estreme sempre più frequenti anche in Europa.

Per questo motivo, il vecchio continente deve voltare pagina sui combustibili fossili e passare a fonti di energia più pulite. Questo significa riuscire a sostituire il gas fossile con gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, come ad esempio l’idrogeno.

A livello giuridico, il 24 giugno 2021 il Parlamento ha approvato la legge UE sul clima, che rende giuridicamente vincolante l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050.

Scopriamo di più in merito.

L’idrogeno da fonti rinnovabili

Quando l’idrogeno può essere definito rinnovabile?

La Commissione europea promuove due nuovi atti che chiariscono le norme comunitarie applicabili all’idrogeno rinnovabile, introducendo vincoli stringenti:

  1. primo atto: i criteri per stabilire l’idrogeno da fonti rinnovabili
  2. secondo atto: calcolare le emissioni del ciclo di vita dell’idrogeno

Primo atto europeo: i criteri per stabilire l’idrogeno da fonti rinnovabili

Il primo atto europeo fa riferimento ai combustibili rinnovabili di origine non biologica.
Inoltre stabilisce i criteri per i prodotti che rientrano all’interno della categoria “idrogeno rinnovabile”.

Nello specifico, identifica le regole per la contabilizzazione dell’energia elettrica verde impiegata per alimentare gli elettrolizzatori.

Ad esempio, nel caso di elettrolizzatori connessi alla rete elettrica, i produttori possono considerare l’elettricità come completamente rinnovabile solo nel seguente caso: l’impianto deve trovarsi in una zona di offerta in cui la percentuale media di elettricità verde ha superato il 90% nell’anno solare precedente.

Invece, per gli elettrolizzatori direttamente connessi a impianti fotovoltaici o eolici è necessario dimostrare di non utilizzare l’elettricità della rete.

Inoltre, i produttori di idrogeno rinnovabile devono provare che l’elettricità acquistata tramite contratto proviene da un progetto eolico o fotovoltaico operativo da non oltre tre anni in più rispetto all’impianto H2 e privo di finanziamenti UE.

Infine, fino al 2027, il produttore deve dimostrare che l’energia verde acquistata è generata nello stesso mese in cui l’elettrolizzatore è in funzione o che, in alternativa, è fornita da un impianto di accumulo.

Secondo atto europeo: lo schema per calcolare le emissioni del ciclo di vita dell’idrogeno da fonti rinnovabili

Il secondo atto europeo, invece, propone uno schema dettagliato per calcolare le emissioni del ciclo di vita dell’idrogeno rinnovabile e dei combustibili di carbonio riciclato.

L’idrogeno a basso impatto di emissioni

Quando l’idrogeno può essere definito a basso impatto di emissioni?

In generale, il Pacchetto Gas dell’UE sostiene che l’idrogeno è a basse emissioni di carbonio quando deriva da fonti energetiche non rinnovabili.

Al contempo, permette di ridurre le emissioni di gas serra del 70% rispetto al combustibile fossile di confronto.

Questa definizione di idrogeno a basse emissioni di carbonio comprende, ad esempio, l’idrogeno prodotto tramite reforming del metano con cattura e stoccaggio del carbonio.

In questo caso, infatti, l’idrogeno è ottenuto tramite un processo che utilizza fonti fossili.

Allo stesso tempo, però, ha un minore impatto sull’ambiente perché prevede la cattura delle particelle di CO2 che non vengono così disperse nell’atmosfera.

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